martedì 25 marzo 2008

Un pianeta al mercatino dell'usato

Non c'è niente da fare, amici. Da quando ci è possibile facciamo film sugli alieni, e soprattutto sugli alieni che tentano di conquistare la Terra. Non ho mai capito perché. E' un segreto desiderio di avere a che fare con esseri provenienti da altri mondi, o è forse - dato che nei film gli alieni perdono sempre, sono brutti e cattivi - un tentativo degli uomini di credersi forti di fronte a una minaccia sempre abbastanza lontana dalla realtà. Come un bulletto che, per credersi forte, prende a pugni il secchione con gli occhiali, magari magro e asmatico. O forse vogliamo fare questa guerra eterna con gli extraterrestri affinché un bel giorno non accada veramente che essi arrivino e ci conquistino sul serio? Forse tutti questi film sono fatti apposta per pubblicizzare il nostro pianeta. Forse ci vantiamo di avere un bellissimo pianeta dove tutti fanno a gara per averlo. Che presuntuosi che siamo.

L'altro ieri mi è capitato di incontrare un alieno. Viaggiava su una decapottabile gialla, che aveva noleggiato dopo aver fuso il motore della propria navicella. Veniva, se ricordo bene, da un pianeta esterno al Sistema Solare, un pianeta grande e pieno di gente come lui. Gli ho chiesto perché è venuto nel nostro pianeta e se ce ne sono altri come lui da queste parti. Lui mi ha risposto che c'è capitato per sbaglio, che doveva passare oltre ma che la sua navicella venne trascinata giù insieme a uno dei nostri satelliti fuori uso. Mi ha detto quindi che era l'unico ad esser venuto da noi. Gli ho domandato allora se aveva intenzione di tornare nel proprio pianeta per dare ai suoi capi le informazioni preziose che aveva assunto sul nostro mondo, in modo che poi potessero conquistarci.
"Vuoi scherzare?" mi ha risposto, con un pessimo accento italiano, "sono anni e anni che i miei capi vi osservano. All'inizio c'era qualche interesse, a dire il vero, ma man mano che vi siete avvicinati al nuovo millennio il nostro interesse è andato diminuendo. Insomma, diciamoci la verità, chi vorrebbe un pianeta come il vostro? Per carità, avete montagne bellissime, foreste infinite e laghi freddi e puri, avete animali bellissimi e opere architettoniche immortali. Ma tutto ciò ve lo state divorando giorno dopo giorno, e le risorse sono in via di esaurimento. Sarebbe un cattivo affare per noi conquistare il vostro pianeta, sarebbe più il lavoro da fare per ricostruire che non il vantaggio acquisito dalla conquista. E poi quanto dureremmo con le vostre risorse? Poco. E la nostra gente si ammalerebbe con tutto l'inquinamento che fate. Non ne vale la pena; nella galassia ci sono mondi più interessanti e meglio tenuti."
Capirete, sono rimasto abbastanza deluso. Il che è strano: come si fa a rimaner delusi sapendo che gli alieni non verranno mai a conquistarvi? E' una notizia bella, ti dà una forte garanzia di sopravvivenza.
Invece no, perché le parole dell'alieno mi hanno messo la tristezza nel cuore. Aveva offeso il nostro mondo e la nostra civiltà con quelle parole, ma l'aveva fatto dicendo la verità. Sapevo che gli alieni ci avrebbero lasciato in pace, ma tanto ci pensavamo noi stessi a conquistarci, schiavizzarci, sfruttarci e distruggerci. Noi eravamo al contempo razza inerme e razza conquistatrice, al contempo ci difendevamo e ci conquistavamo. Alla fine il nostro mondo sarebbe perito, era chiaro.
L'alieno mi ha visto triste e mi ha messo la sua mano tridattila sulla spalla. "Perché così triste, giovane umano?" mi ha chiesto.
"Eh, capirai. Quello che mi hai detto..."
"Ma non sapevate di essere in queste condizioni?"
"Ce ne stiamo rendendo conto ora, ma alcuni sono ciechi e sordi e continuano a fare del male incuranti di quello che sta accadendo al nostro mondo."
"E come mai?"
"Il denaro, caro alieno, il denaro."
"Ah già, voi avete il denaro. Ci siamo passati anche noi, ci passano tutti. Ma ora non più, ce ne siamo liberati."
"Vi siete liberati del denaro?!" Ero incredulo.
"No, ci siamo liberati dell'eccessivo attaccamento verso di esso."
"E come avete fatto?"
"Abbiamo fatto i soldi viventi. Queste monete sono intelligenti e rimangono nelle tasche solo di chi ne ha veramente necessità. I primi tempi era difficile e vedevi i soldi scorazzare dappertutto con la gente che gli correva dietro invano, ma poi abbiamo imparato."
"Voi sì che siete bravi..."
"Forse ci arriverete anche voi."

Il giorno dopo l'alieno se n'è andato. Aveva trovato modo di far riparare la navicella. Prima di partire mi ha offerto di andare con lui, e magari di portare qualche amico: c'era posto nella navicella. Ho rifiutato, d'altronde sono affezionato a questo mondo. Ho tante altre stupidaggini da raccontare, bellezze e orrori da vedere, persone e mostri da conoscere. Sarebbe ingiusto verso il mondo lasciarlo proprio ora che sta male.

sabato 8 marzo 2008

La storia sfinita

Cera una volta un bambino che a colazione mangiava sassi, a pranzo mangiava sassi, a cena mangiava sassi e non moriva mai.
Questo bambino aveva una fantasia fuori del comune, riusciva a immaginare interi mondi, creava storie incredibili e viaggiava dentro la sua testa e i suoi pensieri più volte di quante non lo facesse nella realtà.
Un giorno, mentre andava a scuola, venne preso di mira da alcuni bulli, che lo volevano infilare in un cassonetto ma lui più furbo che mai si nascose in una libreria, certo che i bulli non l'avrebbero inseguito fin li perchè respinti dalla nausea che i bulli provano quando si avvicinano alla cultura... e così fu, i bulli se ne andarono e lo lasciarono in pace per un pò.
Si guardò intorno: osservò le migliaia di libri che lo circondavano e un vecchieto riverso su di una seggiola che teneva in grembo un libro...
Il bambino si avvicinò al vecchio, che pareva stesse dormendo, ma scoprì che il vecchio era morto, era morto da molto tempo leggendo un libro e sgranocchiando sassi (lì vicino infatti c'era un sacchetto di "Amica Stone" i noti sassi fritti che dentro ci trovi pure le sorpresine tipo gli anelli del potere o le collane di perline o quei cosini gelatinosi che quando li attacchi al soffitto devi usare una scopa per staccarli e la mamma vi sgrida perchè gli macchiate i muri).
Il bimbo, incuriosito dal libro, lo staccò dalle mani raggrinzite del vecchio oramai mummificato e ne lesse il titolo...
"LA STORIA SFINITA" (nessuna cenno sull'autore)
Lo aprì e vide che non vi era scritto nulla. Se lo infilò nello zaino e si diresse verso scuola sgranocchiando gli "Amica Stone" che erano avanzati al vecchio.
Arrivato a scuola decise di marinarla che proprio non ne aveva voglia così decise di rifugiarsi nel suo mondo di fantasia per leggere il libro dallepagine bianche che aveva appena rubato a un vecchietto mummificato.
Scoprì che era molto facile e scorrevole la lettura de "La Storia Sfinita" (e delle sue pagine bianche)
Lo finì in un batter d'occhio, ma quando chiuse il libro vide che le sue mani sembravano quelle di un vecchio, che faceva fatica a rialzarsi perchè gli dolevano le ossa... usò la sua immaginazione e creò uno specchio fatato per poter vedere i lineamenti del suo viso.
Erano quelli di un vecchio, tutto curvo e dolorante, allora pianse perchè non aveva più i denti e non avrebbe più potuto sgranocchiare sassi e lo specchio fatato lo prendeva in giro, lo derideva e lo scherniva...
allora il vecchio bambino preso dalla rabia e dalla disperazione scagliò il libro contro lo specchio fatato che andò in frantumi e mille schegge di vetro risplendettero sotto i raggi di quel sole di fantasia creando mille arcobaleni fantastici che i folleti non avevano abbastanza oro da seppellirci sotto (e si disperarono pure loro).
Allora il vecchio bambino si sedette disperato sulla sedia e pianse, pianse per tantissimi giorni perchè aveva fame e non poteva mangiare i sassi così, nel suo mondo di fantasia si mise a fantasticare e piano piano spirò.
Il vecchio bambino morì nel suo mondo immaginario sognando che forse sarebbe stato meglio essere un giovane vecchio pittosto che un vecchio bambino, almeno non avrebbe pianto e lo specchio non l'avrebbe deriso....