domenica 24 giugno 2007

Al mio segnale, scatenate i maiali.

Giornata strana, quella di ieri. Sicuramente non più strana di un gatto con le vertigini, ma fa comunque il suo effetto. Sì, perché tutto iniziò da un maiale.
Si potrebbe dire che sono diventato pazzo, e forse è vero. Un dolce, paffuto (e abbastanza appetitoso) maialino rosa mi venne incontro grugnendo allegramente. Mi disse che qualcosa di brutto stava accadendo alla Terra, e che era meglio per me se scappavo. Se leggete l'altro mio post, quando incontrai il demone davanti casa, capirete che sono abituato a fare strani incontri. Non mi meravigliò dunque un maiale che parlava, né tantomeno quello che mi aveva detto. Gli risposi garbatamente che alla Terra stavano già accadendo molte cose brutte, e difficilmente poteva esserci qualcosa di peggio.
Improvvisamente il maiale smise di parlare, tornò sulle quattro zampe e se ne andò via, tornando a comportarsi da normalissimo maiale.
Evidentemente me lo ero sognato.
Magari, avrei detto più tardi.
Già, perché il maiale non aveva smesso di parlare per puro caso, ma perché era osservato. Alcune spie, servizi segreti americani o russi, insomma roba grossa, lo tenevano d'occhio. Come faccio a saperlo? Me lo sono inventato adesso, ovviamente. Chi sarebbe tanto idiota da venirmi a dire che un maiale viene spiato dai servizi segreti?
Eppure una catastrofe imminente continuava a rimbalzarmi in testa. E se fosse vero? Se quel porcellino troppo umano avesse detto la verità?
Rimasi col dubbio, almeno finché quel dubbio non divenne realtà. Quello stesso giorno accadde davvero qualcosa di terribile alla Terra. Fu catastrofico, cataclismatico. Ci furono feriti, morti, non-morti e addirittura dei risorti. C'erano tutti, là in fila a canticchiare, a ballare il tip tap e la mazurka. Fu terribile, e i maiali predicatori ci volavano sopra le teste sbeffeggiandoci.
Fu indescrivibile, più che altro, dato che non vi ho ancora detto cos'è successo!
Scordatevelo, non ve lo dirò. Se c'eravate, l'avete visto come me; se invece eravate in vacanza sulla Luna, allora sono affari vostri. La prossima volta ve ne starete a casa. Ah no, aspetta: non ce l'avete più una casa. E neanche una prossima volta, se è per questo. Vabbè, non fa nulla, sono dettagli.
Ma al di là di queste idiozie farneticanti, il morale della favola c'è, ed è abbastanza serio (per lo meno per lo standard di demenza di questo post): fate bene attenzione a quando mangiate una fetta di salame, oppure di prosciutto, perché potrebbe contenere dei segreti importantissimi, verità celate dalle quali dipende la vostra sopravvivenza. Fate attenzione, perché non a caso Teddi Casadey (Paolo Cevoli) diceva che "un maiale è per sempre".
Ma soprattutto, abbiate paura quando nell'aria udirete queste tetre parole: "Al mio segnale... scatenate i maiali."

giovedì 14 giugno 2007

La mia più grande scoperta: L'IMMORTALITA'

"Oggi vi rivelo un segreto.
Non ne ho parlato mai con nessuno e forse nessuno, tranne me, dovrebbe sapere che io sono IMMORTALE"

Qualche secolo fa ero signore di un piccolo feudo annoiato dalla routine degli eventi e delle stagioni così decisi di ampliare le mie conoscenze, lasciai i miei figli a governare i miei terreni e partii per un lungo viaggio dedicato alla scoperta del sapere, e più precisamente alla ricerca della mitica Biblioteca di Alessandria.

Vagai per terre sconosciute, solcai mari perduti e volai attraverso cieli che nessun essere vivente aveva mai visto.
Molti anni passati all'addiaccio, seguendo leggende e miti perduti nel tempo (ma soprattutto seguendo le indicazioni di un'anziano e gentilissimo signore che si chiamava signor Bepi) mi portarono in un deserto di sabbia nera come la pece dove si ergeva, maestosa e imponente, una torre di dimensioni colossali tutta di mattoni rossi, disabitata e in rovina da molti millenni.
Un cartello poco distande diceva:
TORRE DI BABELE
costo ingresso: adulti 2 monete
bambini 1 moneta
sconti comitive alla cassa centrale

Sotto di essa, nelle viscere della terra, si estendeva infinita la tanto bramata Biblioteca di Alessandria fonte di infinito sapere.
un cartello poco distante diceva:

BIBIOTECA DI ALESSANDRIA
fonte di infinito sapere
orario apertura 9.00
orario chiusura 18.30
LUNEDI CHIUSO

Trovai l'entrata e aspettai mezzora perchè ero in anticipo...
quando le porte si aprirono con un inquietante e alquanto sinistro cigolio scesi la lunga scalinata scavata nella roccia finchè mi trovai di fronte a miliardi di libri e tomi e manoscritti logorati dal tempo.
Passai alcuni anni tra quegli scaffali leggendo i libri che mi capitavano sotto mano con svogliato interesse finchè un giorno una piccola pergamena attirò la mia attenzione: accennava alla vita eterna... e come forse si poteva ottenerla (purtroppo la pergamena era rosicchiata in più punti e il messaggio completo risultava pressoche illegibile).
Una luce mi si accese negli occhi...
Ora avevo uno scopo nella vita: diventare eterno.
Tornai al mio maniero e mi dedicai a questo, passai interi giorni e notti a cercare la vita eterna usando la scienza, l'alchimia, la magia nera, la magia bianca, il libro di ricette della Clerici e quant'altro mi fosse passato per la mente...
Vi dico solamente che:

1-Non serve a nulla evocare un demone disegnando sul pavimento un pentacolo con il sangue di uno scoiattolo rabbioso (se non ad evocare il demone di uno scoiattolo ancora più rabbioso e incazzuto)

2-bere una bevanda composta di: uova di coccodrillo mannaro, guano di pipistrello, sangue di vergine, quattro cubetti di ghiaccio, un terzo di kalua, sale e limone serve solo a farsi venire un forte mal di pancia (ma può servire anche come potente lassativo)

3-Cercare la pietra filosofale è inutile perchè è ben nascosta e protetta nei sotterranei di Hogwards

4-Sacrificare un capretto al chiaro di luna e mangiarne le viscere cercando di cantare Simphaty for the Devil fa abbastanaza schifo

5-Cercare di creare l'acqua dell'eterna giovinezza ti fa solo fare sei litri di pipì per ogni tentativo che fate

in quegli anni di studio scoprii tutte queste cose, spesi tanto tempo e spesi anche tutti i miei soldi, i soldi dei miei figli e quelli dei miei nipoti.

Finchè un giorno feci finalmente la mia scoperta.
Nel mio laboratorio quel giorno sotto una coperta c'era qualcosa... un rigonfiamento.
Incuriosito mi avvicinai e presi quella coperta marrone tra le mani e la tirai verso di me, sotto c'era un pentolino con dell'acqua e un focherello sotto...

Dopo cinquecento anni di ricerche scoprii che quell'acqua che avevo letteralmente scoperto altro non era che: l'acqua calda!

E se sono ancora vivo adesso per raccontarvelo vuol dire che forse sono anche immortale!

...IMMORTALE...
...IMMORTALE...
...IMMORTALE...

lunedì 4 giugno 2007

Sabato sera al monte Fato.

La donzelletta vien dalla campagna, e poteva sinceramente starsene a casa sua, con questo caldo. E non dirò a sua madre dell'erba che tiene sotto la gonna.
Leopardi era un burlone, un simpatico gobbone che alzava troppo il gomito il sabato sera. Al villaggio poi, tra una bottiglia una baldracca, una baldracca e una bottiglia, insomma. Sapete di cosa sto parlando. No? Nemmeno io, quindi verrò al nocciolo della questione.
Finito di leggere il sabato del villaggio in classe, mi venne l'imperdonabile errore di pensare a cosa fare quello stesso sabato sera: avevo un'estrema voglia di tuffarmi in emozioni estasianti, ma mai avrei pensato tanto forti.
Andai dalla pina, dalla betty e dalla santa cleopatra (santa maria non mi piace più, nda) e proposi quindi alle mie migliori amiche di trascorrere una serata alla Contea, un famoso pub vicino al mio paese sconosciuto. Andammo e finalmente iniziava la fatidica nottata.
Il locandiere con uno scorbutico tono da contadino ci domandò cosa ordinavamo. Siamo tipi fini noi donnone e quindi partimmo subito con il leggero, ordinando semplicemente tre fusti di birra scura da 6 litri ciascuno. Dopo una balla atomica, i nostri sensi se ne andavano, venendo lentamente sostituiti da sensazioni mistiche. Sulle prime scambiai il locandiere per un nano, poi più sensatamente mi resi conto che la sua forma assomigliava ad un clotiride parlante.
Un tizio con un nero mantello ed una pipa ci squadrava sorridendo lungo la locanda che aveva preso il nome di Puledro Impennato. Non chiedetemi perchè e come facevo a saperlo.
Con un Gran Passo, il ragazzo iniziò ad avvicinarsi a noi dicendoci di seguirlo nelle stanze di sopra. Bene, lo seguimmo.
Finalmente rivelò la sua identità, togliendo il cappuccio e noi soprimmo senza stupore che si trattava di un pervertito con la pipa, che insisteva a credere nelle storie di nove fantasmi che ci avrebbero attaccati a cavallo. Non ci credetti finchè non li vidi con i miei occhi. Gli sbirri ci avevano seguiti fino ad un bosco, continuando ad urlarci di accostare per una prova palloncino. Figuriamoci se avevo voglia di fermarmi per prendere una multa, continuai a correre con il pervertito davanti a me e le mie amiche alle calcagna. Gli sbirri ci seguirono fischiando le loro acute sirene fino ad un grande stonhenge su una collina. Eravamo in trappola e li attendemmo. Ce la cavammo con 52 euro ed il ritiro della pantente e del cavallo, alla faccia loro. Per fortuna lungo la strada riincontrai mio nonno Gandalfo, che ci prestò strada con il suo carretto di fuochi artificiali. Glielo avevo detto che non era ancora l'ultimo dell'anno ma è un po' sordo, con una strana mania per gli anelli. Finimmo in una dimora per elfi e l'agente smith anzichè seguire le traccie di Neo su matrix, preferiva trascorrere la sua vita nell'intento di distruggere un anello di fidanzamento (più tardi per gli spettegolezzi degli elfi scoprii che quell'anello era l'unione tra lui e sua moglie, ma la megera gli stava sulle balle e lui voleva liberarsene). Finalmente partimmo per il viaggio, fermandoci ogni tanto lungo le foreste e chiaccherando con strani alberi parlanti, la birra evidentemente non smetteva di fare effetto. Quando raggiungemmo il monte fato, Gandalfo morì per un collasso, il pervertito doveva tornare al lavoro e le mie amiche dovevano tornare a casa per studiare. Maledetti tutti, rimasi da solo in compagnia di un omuncolo con l'ossessione per un tesoro nascosto in un vulcano. Lo accontentai, gettandolo sul primo che trovai per strada, e per sbaglio mi sfuggì anche l'anello che avevo promesso di distruggere. Beh, a questo punto il mio compito era finito e tornai comodamente a casa rilassato sulle piume di una foca volante.
Tutto finì per il meglio, e quest'avventura la scriverò nel tema di domani, alla faccia vostra. Forse toglierò il pervertito.
Beh tutto sommato è stata una giornata abbastanza movimentata, ma un'avventura al giorno mi basta, non ne sopporterei di più.

domenica 3 giugno 2007

Soggiorno forzato

Abbiamo tutti dei pensieri un pò contorti, soprattutto se ci ritroviamo dal letto alla sala da pranzo nel giro di pochi minuti, con ancora qualche rimasuglio di sogni che ti ronza nella testa, con ancora il dolce tepore del cuscino e delle lenzuola che ti fa sentire più a disagio di un pesce strattonato fuori dall'acqua con un amo in bocca.
Ebbene, è proprio a causa di questi pensieri contorti se ora mi trovo qui a raccontarvi quanto mi è successo. E non certo il qui che potreste immaginare voi...
Pensate, io e quel drugo di mio fratello ci stavamo allegramente scambiando qualche raffica di battute pessime, sempre con il malsano umorismo di un sonno brutalmente interrotto, quando siamo irremediabilmente giunti ad immaginarci un cattivissimo gruppo black metal che suonava le proprie canzoni con la nauseante allegria dei Cartoons (pensate fino a che punto può arrivare la demenza umana).
Tale sconcio pensiero non rimase però impunito: il gruppo black metal preso in causa (non pensate male, adoro il black metal), che per alcuni motivi ha dovuto assumere uno stile di vita notturno, stava quietamente dormendo nel proprio mausoleo privato, ogni componente nella propria bara personalizzata, quando giunse allarmante tale nostra ingiuria.
Si svegliarono, assaliti dall'orrore di tale goliardico paragone con i Cartoons, e decisero di punire lo/gli sfrontato/i che avevano osato tanto verso di loro. Creato un pentacolo e sacrificato su un barbecue un galletto Amadori (comprato due giorni prima per il pranzo domenicale), la band iniziò a recitare al contrario alcune famose canzoni di Gigi d'Alessio, riuscendo così ad evocare un potente demone dagli Inferi. In realtà, il pentacolo e il galletto non servivano, e il demone venne sulla Terra solo perchè stanco di sentire Gigi d'Alessio cantato al contrario in growl. E lo posso capire.

Vi chiederete: dunque, cosa accadde? Il demone uccise la band per l'offesa ricevuta ai suoi timpani o obbedì al loro volere e venne a prendermi? Qualsiasi cosa abbiate pensato, avete indovinato.
Già, perché poche ora fa sentii suonare il campannello di casa. Andai ad aprire e mi trovai di fronte ad una creatura alta almeno cinque metri, con tanto di ali da pipistrello e coda appuntita. Mi chiese: "Scusi, giovinotto, è lei ***** ******?"
Mentre buona parte del cervello insisteva a dire che in realtà ero ancora a letto e quello era solo un sogno, risposi di sì.
"Bene, dovrebbe seguirmi." disse, ed aprì uno squarcio sul marciapiede a pochi metri dall'uscio. Sempre più convinto che si trattasse di un sogno, lo guardai come avrei potuto guardare un mentecatto, gli sorrisi garbatamente e chiusi la porta.
Non fu una buona scelta, ma d'altronde voi cos'avreste fatto?
Dietro di me la porta cadde con un tonfo; mi sentii afferrare da una mano gigantesca e trascinare fuori.
E' un sogno, continuavo a ripetermi, e quindi guardavo sorridente il bestione corrucciato intento a trascinarmi dentro la fenditura di terra. Iniziammo a precipitare giù, sempre più giù, così giù che vedemmo Gandalf fare un tuffo carpiato nell'intento di raggiungerci per duellare con il mio rapitore. Entrambi gli gridammo che aveva sbagliato storia, così ci salutò e se ne andò a cadere da un'altra parte.
Cademmo e cademmo, e nel frattempo mi passò davanti tutta la vita, e anche un pò di quella degli altri.
Assurdamente, mi venne in mente che quella sera avrei dovuto uscire con gli amici, ma in quelle condizioni avrei avuto qualche difficoltà. In quell'istante ci vennero incontro i Teletubbies: disperato, gridai al demone di cadere più in fretta; non c'era bisogno di dirglielo, aveva più paura di me di quei malvagi folletti.
Alla fine, dopo tanto cadere, ci trovammo al centro della Terra. Faceva abbastanza caldo, ma mai come il tipico pomeriggio ferrarese dell'estate scorsa.
Gli chiesi: "Ed ora che mi trovo qui, cosa devo fare?"
Lui rimase abbastanza perplesso, e questa sua perplessità fece diventare perplesso anche me. Alla fine rimanemmo entrambi a fissarci perplessi.
"Suppongo dovrei torturarti per l'eternità, ma è il mio primo incarico e non so bene cosa fare..."
Mi misi a ridere un pò, osservando la scena, e gli proposi: "Senti, amico, ce l'hai un pc con connessione ad internet quaggiù?"
"Certamente." mi rispose, ed io: "Bene, perché così mi posso collegare e scrivere tutto quanto nel blog. Una cosa simile non m'era mai capitata!"