lunedì 15 dicembre 2008

Ebbene l'attesa è finita (Dedicato alla vita di tutti giorni)

Mi sembra impossibile dopo mille ere geologiche di ritrovarmi ancora qui come nulla fosse, come se fossero passati pochi giorni o pochi anni o poche tristi e felici settimane trascorse a combattere furiosamente per sconfiggere ogni mostruoso giorno che mi si parava davanti, come se fossi un cavaliere medievale che combatte con la lancia spezzata contro il più temibile dei draghi; un guerriero vichingo intento a distruggere il nemico più pericoloso sperando di avere buon esito nel combattimento o cadere per raggiungere il valhalla in cui siedono gli antenati guerrieri a bere nettare divino, accompagnati dai flauti delle valchirie.
Sempre avanti, colpo su colpo, giorno dopo giorno, a mazzate e colpi di asce bipenne e parate con enormi scudi e rovinose cadute sotto i colpi schiaccianti del nemico tempo. E voi qui, sempre qui davanti a questo schermo ad aspettarmi, fedeli come il cane Argo, vigili come la bella addormentata nel bosco a vegliare questa lunga pausa, questo triste periodo che precede questo mio nuovo post. Ebbene l'attesa è finita e le vostre veglie sono ricompensate con questo mio breve ma intenso intervento che probabilmente è pieno di errori di ortografia (molte virgole probabilmente mancano e alcune non dovrebbero esserci).
Per lo meno torno a scrivere dopo molto tempo e questo mi da sollievo, più che delle mazzate che ho preso sull'elmo e sullo scudo e tutte le volte che il peso dei colpi del giorno trascorso mi accucciavano per terra e mi sbucciavo le ginocchia, il mio sangue si mescolava alla polvere e le pellicine mi facevano un male cane; un dolore lancinante che mi ricordava di essere vivo, di essere nato per combattere il tempo, di divenire un'eroe immortale come il bianconiglio, sicuro delle mie azioni come il famosissimo principe azzurro.
Ora lasciatemi riposare che sono molto stanco dopo queste continue battaglie e domani devo alzarmi presto per tornare a buttarmi nella mischia perché il nemico mi ha dato una tregua per questa notte soltanto, come fosse un premio, il riposo di una notte dopo un leale duello millenario su di un fronte inamovibile, schiacciati l'uno contro l'altro dal fragore delle sole nostre armi, sepolti dai nostri invincibili colpi.