Chi lo poteva sapere che dentro le lattine di Guinness viveva una strana e misteriosa pallina?
Sembrava di plastica, a vedersi, provvista di un microscopico forellino, e qualcuno ci suggerì in un orecchio che probabilmente serviva per tenere ben mescolata ed amalgamata la birra, dato che la Guinness, si sa, è molto corposa.
Cazzate!
Quello era un micromondo abitato da folletti cavalcanti batteri a forma di salsicciotti, quant'è vero che io sono un povero deficiente!
Volevo provarlo a tutti i costi, ma quelli con me, indecisi se deridermi o essere imbarazzati di fronte al resto del locale, mi suggerivano di farmi visitare da uno veramente bravo. Mi misi a guardare attraverso il forellino, ma era troppo piccolo per poter spiare i folletti. Provai a sbatterlo un pò, immaginando la burrasca di birra che doveva essersi abbattuta in quel mentre sulla terra dei folletti (sapete, la biglia di plastica era per metà piena di birra a causa di quel forellino). Sicuramente qualche folletto era morto, e mi sentii in colpa, così la smisi di scuoterlo. Tornai ad osservare, ponendola contro luce, cercando di intravedere qualche nave di folletto, o qualche folletto volante, o qualche casa di folletti, o qualche folletto alpinista. Niente.
Me ne stavo così assorto, a bocca aperta con la testa all'insù, tenendo la pallina davanti a un lampione (per osservarla contro luce!), che non mi resi conto che mi stava scivolando dalle dita. Era ancora bagnato di birra, quell'infimo micromondo! La mia mente gridò d'allarme quando era ormai troppo tardi: la pallina già cadeva tra le montagne russe della mia bocca e del mio esofago.
Quelli che erano con me iniziarono a riempirmi di pugni allo stomaco (sapete, per farmela rigettare), dandomi sprangate sulla nuca (ho il sospetto che non servissero proprio ad aiutarmi a tirar fuori la pallina), oppure scattando foto per immortalare la mia agonia.
Ormai in stato semi-comatoso, pieno di botte e insulti, decisero di appendermi per le gambe e sballottarmi a dovere finché non l'avessi sputata. Inutile ogni metodo, perfino quello di iniziare ad aprirmi il ventre come un pollo (tentativo interrotto da un improvviso buon senso dello stesso carnefice, fortunatamente). La pallina ormai faceva parte di me, sembrava.
Spero solo che quei folletti siano creaturine innocue...
Spero.
E da un po' che mi sento strano, leggermente in subbuglio, e provo discreti istinti omicidi verso innocui passanti. Sarà il caldo...
Ops... ehm, scusatemi... devo assentarmi un attimo, il vicino ancora si lamenta per quella mannaia sulla scapola.
Nessun commento:
Posta un commento