sabato 8 marzo 2008

La storia sfinita

Cera una volta un bambino che a colazione mangiava sassi, a pranzo mangiava sassi, a cena mangiava sassi e non moriva mai.
Questo bambino aveva una fantasia fuori del comune, riusciva a immaginare interi mondi, creava storie incredibili e viaggiava dentro la sua testa e i suoi pensieri più volte di quante non lo facesse nella realtà.
Un giorno, mentre andava a scuola, venne preso di mira da alcuni bulli, che lo volevano infilare in un cassonetto ma lui più furbo che mai si nascose in una libreria, certo che i bulli non l'avrebbero inseguito fin li perchè respinti dalla nausea che i bulli provano quando si avvicinano alla cultura... e così fu, i bulli se ne andarono e lo lasciarono in pace per un pò.
Si guardò intorno: osservò le migliaia di libri che lo circondavano e un vecchieto riverso su di una seggiola che teneva in grembo un libro...
Il bambino si avvicinò al vecchio, che pareva stesse dormendo, ma scoprì che il vecchio era morto, era morto da molto tempo leggendo un libro e sgranocchiando sassi (lì vicino infatti c'era un sacchetto di "Amica Stone" i noti sassi fritti che dentro ci trovi pure le sorpresine tipo gli anelli del potere o le collane di perline o quei cosini gelatinosi che quando li attacchi al soffitto devi usare una scopa per staccarli e la mamma vi sgrida perchè gli macchiate i muri).
Il bimbo, incuriosito dal libro, lo staccò dalle mani raggrinzite del vecchio oramai mummificato e ne lesse il titolo...
"LA STORIA SFINITA" (nessuna cenno sull'autore)
Lo aprì e vide che non vi era scritto nulla. Se lo infilò nello zaino e si diresse verso scuola sgranocchiando gli "Amica Stone" che erano avanzati al vecchio.
Arrivato a scuola decise di marinarla che proprio non ne aveva voglia così decise di rifugiarsi nel suo mondo di fantasia per leggere il libro dallepagine bianche che aveva appena rubato a un vecchietto mummificato.
Scoprì che era molto facile e scorrevole la lettura de "La Storia Sfinita" (e delle sue pagine bianche)
Lo finì in un batter d'occhio, ma quando chiuse il libro vide che le sue mani sembravano quelle di un vecchio, che faceva fatica a rialzarsi perchè gli dolevano le ossa... usò la sua immaginazione e creò uno specchio fatato per poter vedere i lineamenti del suo viso.
Erano quelli di un vecchio, tutto curvo e dolorante, allora pianse perchè non aveva più i denti e non avrebbe più potuto sgranocchiare sassi e lo specchio fatato lo prendeva in giro, lo derideva e lo scherniva...
allora il vecchio bambino preso dalla rabia e dalla disperazione scagliò il libro contro lo specchio fatato che andò in frantumi e mille schegge di vetro risplendettero sotto i raggi di quel sole di fantasia creando mille arcobaleni fantastici che i folleti non avevano abbastanza oro da seppellirci sotto (e si disperarono pure loro).
Allora il vecchio bambino si sedette disperato sulla sedia e pianse, pianse per tantissimi giorni perchè aveva fame e non poteva mangiare i sassi così, nel suo mondo di fantasia si mise a fantasticare e piano piano spirò.
Il vecchio bambino morì nel suo mondo immaginario sognando che forse sarebbe stato meglio essere un giovane vecchio pittosto che un vecchio bambino, almeno non avrebbe pianto e lo specchio non l'avrebbe deriso....

3 commenti:

Dark Chest of Wonders ha detto...

Bella storia, ma anche molto triste. =/

Anonimo ha detto...

già, comunque è tutta colpa degli specchi magici...
mai fidarsi degli specchi, soprattutto se sono magici

Dark Chest of Wonders ha detto...

Già, e poi se si rompono portano anche sfortuna. ò_