martedì 12 maggio 2009

Papipappone

Silvano (ovvero Silvio-nano, ma per non far capire che parliamo di lui lo chiameremo così) era un papipappone. I papipappone sono una specie idrofoba di tacchini col grugno che amano tubare attorno alle gallinelle e portano loro in dono, derubando le gazze ladre, gioielli d'ogni tipo. In realtà, un papipappone è il risultato di un'evoluzione sfortunata: nasce vecchio, ed è pieno di malattie.
Parla a vanvera, e ogni suo discorso ha finalità riproduttive. Non sa muoversi da solo, a causa di gambe troppo corte e di un pelo folto e unto sul capo, e quindi dev'essere manovrato.
Infatti, si crede che i papipappone siano circondati da una serie di parassiti che in simbiosi lo difendono, lo puliscono, lo muovono, lo fanno giocare... e lo fanno anche ragionare: spesso infatti molti suoi sproloqui vengono smentiti nei giorni successivi. Egli vive secondo un basilare e primordiale istinto di sopravvivenza, e sta ai simbionti che vivono con lui rimediare ai suoi comportamenti privi di intelletto.
Un papipappone è molto più di un pavone: ostenta la sua "bellezza" con feroce prepotenza, intimorendo i suoi avversari: che sia per il dominio del suo territorio (che egli marca regolarmente di giorno in giorno grazie ai feromoni Fedina, Vespone, Giordanino, Belpietrisco, Ricotta, Mimone, Faccilpiacere e Filtri), o per la priorità sulla preda catturata (che spartisce con la marmotta azzannatrice utris dellutris) e i cui avanzi lascia poi ai suoi cuccioli (naturali o adottivi) da lui sapientemente battezzati: Dalemo, Fascino, Ruttello, Bussi, Calderrosto, Borgotrapezio, Gheduino, Gaspare, Boccolino, Mastellinopanevino, Bonoadareaiuti, Chicchiricchitto, Velcroni e Franziskinir. Questi e molti altri, poiché dati i successi riproduttivi del famigerato papipappone, è evidente che dal suo harem spuntano e spunteranno fuori molti papini.
Quest'analisi è breve e poco dettagliata, a causa dei pochi dati in possesso su questa creatura, riluttante a osservazioni ed esperimenti: Silvano, infatti, come alcuni della sua specie, predilige vivere fuori da occhi indiscreti, snobbando i suoi predatori, e tutte le sue prede (catturate o rubate da altri animali) preferisce sotterrarle cosicché nessuno le scovi ed egli possa consumarle poco a poco senza che nessuno se ne accorga o gliele freghi.
Questo, c'è da dirlo, spesso lascia a bocca asciutta molti dei suoi cuccioli (quelli adottivi, per lo più) che guaiscono e si arrabbiano. Ma lui che ha grandi orecchie da mercante si gira dall'altra parte - il movimento gli fa partire un peto che spettina i cuccioli e li lascia inebetiti - e continua a masticare allegramente.

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